
Nel segno dell’essenziale
L'arte dopo il concettualismo
Rosenberg & Sellier, Torino, 2020
978-88-7885-690-5
Spesso, quando non sappiamo bene come considerare l’arte – perché, per esempio, siamo rimasti delusi da un’opera che non riusciamo ad apprezzare o perché non ci vediamo niente di particolare tanto da considerarla persino banale – siamo facilmente propensi a dire che essa sia eccessivamente autoreferenziale, troppo sofisticata, non estetica e inutilmente complessa. In una parola, concettuale. La ragione è semplice: nell’arte di oggi sembra che quel che conta di più siano le idee e le azioni delle artiste e degli artisti, non di certo le opere che sono sempre più dematerializzate. Così, le opere sarebbero essenzialmente eventi e azioni, artiste e artisti sarebbero fabbricanti di concetti e l’arte sarebbe ormai diventata filosofia. Siamo sicuri che le cose vanno proprio in questo modo? In che senso oggi le idee in arte sono più importanti di un tempo? Che cosa vuol dire che in un’opera quel che conta è anzitutto l’azione dell’artista? Davvero l’arte contemporanea è più complicata di quella tradizionale? E soprattutto, che cosa vuol dire che l’arte è concettuale?
Questo libro presenta in modo accessibile anche per il lettore non specialista uno studio sull’evoluzione delle pratiche artistiche che riconosce nel concettualismo (considerato come insieme di varianti operative) la nuova condizione di possibilità per il continuo rinnovamento dei modi di fare arte.
RASSEGNA STAMPA
Nel segno dell’essenziale. Il saggio sull’arte di Davide Dal Sasso, Marcello Carriero, Atribune, 7 settembre 2020