La disinformazione nell’era digitale: apocalisse o integrazione?

Fabio Paglieri, ISTC-CNR Roma

La classica distinzione fra apocalittici e integrati di Eco si applica bene all’attuale dibattito sulla disinformazione, che vede tuttora un netto predominio dei primi sui secondi. Nell’affrontare il problema, in questa presentazione proverò a rispondere a una serie di domande, fra loro strettamente collegate:

• La disinformazione è un fenomeno recente, per lo meno su vasta scala e con effetti collettivi, oppure c’è sempre stata?
• Se c’è sempre stata, è cambiato comunque qualcosa nella sua natura con l’avvento delle tecnologie digitali – e, se sì, cosa?
• Se il digitale ha introdotto cambiamenti significativi nelle dinamiche dell’informazione, dobbiamo preoccuparcene? Quanto e come? E si tratta solo di preoccupazioni, oppure ci sono anche motivi di speranza?
• Se si ritiene necessario intervenire sul fenomeno della disinformazione, quali sono i modi migliori di farlo? Serve davvero reificare un fenomeno emergente come la disinformazione, parlando di fake news come se fossero oggetti ontologicamente ben definiti, oppure esistono strategie alternative per ridurre la disinformazione senza nemmeno menzionarla?
• Bonus track: esiste una disinformazione felice? Se esiste, in che senso può dirsi “felice”?

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