Teoria del progetto architettonico - Alessandro Armando, Giovanni Durbiano

Teoria del progetto architettonico

Dai disegni agli effetti.

Alessandro Armando, Giovanni Durbiano

Carocci

Roma, 2017

9788843088195

Dopo gli anni fortunati dell’impegno dell’architettura italiana, e dopo più di tre decenni di silenzio teorico, il libro riapre la discussione sulla teoria. E propone, a partire da categorie completamente rinnovate, una riflessione sistematica sul potere del progetto. Grazie allo spostamento dell’attenzione dal soggetto (le sue buone intenzioni, insegnate all’Università) all’oggetto (i prodotti progettuali, in azione nel sistema sociale che li contiene), il libro si impegna in una trattazione analitica e verificabile delle pratiche progettuali. Che cos’è un progetto architettonico? A chi e a che cosa deve il proprio potere? Quali fatti deve considerare? Quali valori può incarnare? Invece di rivolgersi alle teorie dell’architettura e alla loro implicita normatività, il libro risponde a queste domande concentrandosi sulle forme della prassi progettuale. In un confronto continuo con altri saperi – quali l’ontologia sociale, l’Actor-Network Theory, la semiologia, la sociologia della tecnica, le scienze cognitive, la geografia – la “teoria del progetto” ambisce a ricomporre un campo di competenza, altrimenti misconosciuto o ridotto ad altro: l’arte, le tecniche edilizie, il management, la burocrazia, l’attivismo politico e sociale. Se concepita come sapere positivo, l’azione progettuale può invece essere intesa come uno specifico insieme di competenze e poteri, a cavallo fra tecnica e politica, dimensione burocratica e simbolica, previsione e narrazione.
Alessandro Armando è architetto e docente di Progettazione architettonica al Politecnico di Torino. È autore di La soglia dell’arte (Torino 2009). Lavora alla redazione della rivista “Architectural Design Theory”.
Giovanni Durbiano è architetto e docente di Progettazione architettonica al Politecnico di Torino. È autore di I Nuovi Maestri (Venezia 1999) ed Etiche dell’intenzione (Milano 2014).

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INDICE

Prefazione: Il progetto dettato di Maurizio Ferraris 12
Introduzione 28

I. Teorie senza prassi 38
1. Legittimità del sapere progettuale 41
1.1 Incontro con l’architettura 41
1.1.1 Differenza tra architettura e progetto 41
1.2.1 Ricerca di legittimazione 43
1.2 Un oggetto sociale 46
1.2.1 Natura fisica dell’architettura e natura sociale del sapere progettuale 46
1.2.2 Confini convenzionali del sapere progettuale 49
1.3. Tentativi di definizione teorica 51
1.3.1 Un corpus disciplinare 51
1.3.2 Funzione regolativa e funzione simbolica 52
2. Fallimenti disciplinari 54
2.1 Principi e autori 54
2.1.1 Un campione: Italia 1965-1980 54
2.1.2 Un modello: l’architetto autore 57
2.2 Dal sistema alla sovranità 62
2.2.1 Un testo 62
2.2.2 L’architetto e il mondo 64
2.2.3 Il ruolo del disegno 67
2.3 Mondo, forma, senso: un equivoco globale 71
2.3.1 Circolarità auto legittimanti 71
2.3.2 Storicità del riferimento alla teoria 73
2.3.3 La prevalenza dell’autore 76
2.4 Competenza e legittimazione sociale 79
2.4.1 Calcolare le implicazioni 79
2.4.2 Un esempio di controversia dai confini mobili 81
3. L’oggetto della teoria 85
3.1 L’azione progettuale 85
3.1.1 Pragmatica performativa 85
3.1.2 Fare un progetto (per finta) 86
3.2 Il potere convenzionale del progetto 89
3.2.1. Fatti e convenzioni 89
3.2.2 Valori e convenzioni 90
3.3 Il potere autoriale del progettista 92
3.3.1 L’architetto del principe 92
3.3.2 L’architetto garante 97
3.4 Il progetto come contratto 107
3.4.1 Registrazione ed effetti 107
3.4.2 I margini della convenzione 111
3.4.3 Fissare una ipotesi sincronica 114
3.4.4 Associazioni e contratto 116
3.4.5 Proiezione al futuro 118
3.5 La funzione delle rappresentazioni trascendentali 121
3.5.1 Il ritorno dell’autore 121
3.5.2 Strategie narrative 123
Sintesi della Parte I 127

II. Il progetto come segno e come prodotto 133
4. Il segno e lo scambio 138
4.1 La scrittura del progetto 138
4.1.1 Due modi di scambiarsi segni 138
4.1.2 Valori di scambio e valori d’uso nei progetti 140
4.2 Scambio burocratico 142
4.2.1 La burocrazia architettonica. 142
4.2.2 Scrittura, archi-scrittura e architettura. 146
4.2.3 La forza burocratica dei segni di progetto. 147
4.2.4 Il progetto-documento. 149
4.3 Scambio simbolico 155
4.3.1 Per una tassonomia dei segni di progetto 155
4.3.2 Lo scambio simbolico come orizzonte delle controversie 170
5. Il progetto in laboratorio 182
5.1 Bottega, ufficio, accademia 182
5.1.1 Un laboratorio per produrre documenti 182
5.1.2 Gli architetti in laboratorio 185
5.2 Dal progetto della produzione alla produzione del progetto 188
5.2.1 Il progetto come prodotto 188
5.2.2 Disegni descrittivi e prescrittivi 189
5.2.3 I progetti e la performance 196
5.2.4 Gli attanti e i documenti 198
5.3 Oralità e scrittura 200
5.3.1 Gli architetti agiscono iscrivendo disegni e testi, ma anche parlando 200
5.3.2 Tracce e voci di progetto 202
5.3.3 Parole e edifici, linguaggio e disegno 203
5.3.4 Disegni parlati e disegni iscritti 205
5.4 Supplementi e complementi dell’architetto 208
5.4.1 Il progettista presente e il progettista assente 208
5.4.2 Disegni complementari e supplementari 210
5.4.3 Nascondino 212
5.4.4 La facciata e il muretto. 215
5.4.5 La ripetizione della ripetizione 219
5.4.6 La registrazione orale come verità narrativa 222
5.4.7 Effetti di parola e di iscrizione 224
6. Performatività del progetto 227
6.1 I progetti come contratti 227
6.1.1 Contrattualità e temporalità dei segni progettuali 227
6.1.2 Materialismo dei progetti-contratti 228
6.1.3 Il potere deontico dei progetti 232
6.1.4 La formazione dei progetti-contratti 233
6.1.5 L’obbligo di progetto è un confine 236
6.1.6 Programmi e confini 239
6.1.7 Una determinazione aperta 245
6.2 Temporalità dei progetti 247
6.2.1 Descrizioni e prescrizioni al futuro: il problema della performance 247
6.2.2 Descrizioni al futuro (1): il circolo delle necessità 250
6.2.3 Descrizioni al futuro (2): il futuro reso presente 256
6.2.4 Descrizioni al futuro (3): il teatro del progetto 264
6.2.5 Prescrizioni al futuro 275
7. Verso il progetto degli effetti. 280
7.1 Cronoprogrammi e deviazioni 280
7.1.1 Cronoprogrammi lineari 280
7.1.2 Cronoprogrammi deviati 285
7.1.3 Il problema degli effetti nei progetti di architettura 294
7.2 Strategie 299
7.2.1 Pastori e giardinieri 299
7.2.2 Dedalion e metis 301
Sintesi della Parte II 304

III. La costruzione della realtà urbana 311
8. I cicli del progetto. Dai documenti al collettivo 314
8.1 Strategia bellica e strategia comprensiva 314
8.1.1 Evitare o includere i problemi? 314
8.1.2 Risalire la catena degli effetti 318
8.2 Allargamento delle implicazioni: descrivere il progetto in movimento 320
8.2.1 Cartografie dell’azione di progetto 320
8.2.2 Modelli* reticolari e circolari 321
8.2.3 La nuvola documentale di progetto 323
8.2.4 Il movimento circolare di formazione dei documenti-progetti 327
8.2.5 Aperture e chiusure su scale diverse 332
8.3 La decostruzione dei fatti e dei valori di progetto 345
8.3.1 Attori, atti, attanti 345
8.3.2 L’urbanista partecipazionista 349
8.3.3 La caverna e il progetto 353
9. Il modello del “collettivo” e i cicli del progetto 362
9.1 Dopo i fatti e i valori 362
9.1.1 La costruzione sociale della verità 362
9.1.2 Un collettivo di effetti 363
9.1.3 Complicare e unificare 365
9.2 Il problema del teatro nel collettivo 370
9.2.1 Inscenare una rivelazione 370
9.2.2 Il teatro e il “diplomatico” 374
9.3 Il collettivo e le pieghe 377
9.3.1 Uno/molti, molti/uno. 377
9.3.2 Prospettivismo 384
9.3.3 Annidamento 385
9.3.4 Effettualità 386
9.3.5 Opacità 387
9.3.6 Verso il collettivo di progetto 389
9.4 Il collettivo e la guerra: strategia bellica e convenzionalismo di progetto 391
9.4.1 I limiti del contratto 391
9.4.2 Sovranità e disciplina nel ciclo del progetto 396
10. Il progetto come oggetto tecnico: deviazioni e determinazioni 404
10.1. Il progetto dentro un collettivo in espansione 404
10.1.1 Legami sociotecnici 404
10.1.2 La dimensione sociotecnica dei progetti 408
10.1.3 Caratteristiche tecniche del progetto-documento 409
10.1.4 L’ideologia del progetto armonico 412
10.2 Deviazione, falsificabilità, exaptation 415
10.2.1 Innovazione, evoluzione, deviazione 415
10.2.2 Exaptation e deviazione tecnica 419
10.3 Deviazioni di modelli, tipi ed esemplari 428
10.3.1 Le deviazioni e gli effetti nella progettazione architettonica 428
10.3.2 Le deviazioni tecniche e il problema tipologico 432
10.3.3 Deviazioni di lungo e di breve termine 435
10.4 Disegnare le deviazioni 438
10.4.1 La dimensione del collettivo progettuale 438
10.4.2 Un esperimento: i “diagrammi di Shenzhen” 442
10.4.3 Limiti e possibili sviluppi dei diagrammi 446
Sintesi della Parte III 450

IV. L’architettura degli effetti 456
11. Gli effetti al futuro: previsioni, intenzioni e racconti. 458
11.1 Prevedibilità e imprevedibilità delle deviazioni 458
11.1.1 Teorie della previsione 458
11.1.2 Quattro modi di guardare al futuro 461
11.1.3 Imprevedibilità debole 465
11.2 La forma dell’intenzione del progettista, e la prospettiva del collettivo di progetto. 470
11.2.1 Intenzioni registrate collettivamente 470
11.2.2 Una catena di deviazioni e allargamenti di prospettiva 473
11.3 Lo scambio simbolico come racconto del futuro: favole e menzogne. 481
11.3.1 Potere e fragilità della prospettiva collettiva 481
11.3.2 Le proprietà della narrazione 487
11.3.3 La narrazione e il progetto 491
11.3.4 Racconti al passato e al futuro: le prove e i contratti. 499
11.3.5 Promesse di progetto 503
11.3.6 Menzogne 510
11.4 La registrazione delle promesse e l’embeddedness di progetto. 521
11.4.1 Annidare gli obblighi nelle iscrizioni 521
11.4.2 Differenze tra promesse e contratti 527
11.4.3 Un’architettura di effetti annidati 532
12. Il progetto degli effetti 537
12.1 Il problema della gerarchia e dell’inclusione nel modello del collettivo di progetto. 537
12.1.1 La dimensione verticale del collettivo 537
12.1.2 Quattro movimenti dell’azione progettuale 543
12.2 La costruzione delle mappe al futuro. 551
12.2.1 Geografia del presente 551
12.2.2 Cartografia del futuro 556
12.3. La mappa sincronica delle implicazioni: la costruzione della sezione in azione 560
12.3.1 Costruire una sezione sincronica di progetto 560
10.3.2 Aggregare e disaggregare le implicazioni di una mappa 564
12.4. La mappa diacronica degli effetti: la costruzione della prospettiva sull’azione 570
12.4.1 Conseguenze del differimento dei segni cartografici 570
12.4.2 Costruire una successione diacronica di progetto 572
12.4.3 Possibili sviluppi delle mappe diacroniche di progetto 580
12.5. Quattro tipi di mappe per il progetto 584

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