L’ approccio ecologico alla percezione visiva - J.J. Gibson (A cura di Vincenzo Santarcangelo)

L’ approccio ecologico alla percezione visiva

J.J. Gibson (A cura di Vincenzo Santarcangelo)

Mimesis

Milano, 2014

9788857521343

“L’approccio ecologico alla percezione visiva” di J.J. Gibson costituisce uno studio imprescindibile su come funziona la visione umana. Oggetto della lucida analisi dello psicologo americano è non solo come vediamo l’ambiente che ci circonda (le sue superfici, i layout, i colori, le texture), ma anche la percezione di dove ci troviamo rispetto all’ambiente e la comprensione di come la visione ci permetta di fare le cose, dalle più semplici alle più complesse. In questo libro, inoltre, il concetto di affordance, già presente in “The Senses Considered as Perceptual Systems” (1966) e precisato nel saggio “The Theory of Affordances” (1977), è sviluppato e approfondito. Tale nozione è stata ripresa di recente in moltissimi ambiti, dalla filosofia alla robotica alla psicologia evolutiva: per questo motivo, e per l’importanza che il pensiero dello psicologo riveste tuttora per le teorie della percezione post-cognitiviste (si pensi all’enactive approach), riproporre Gibson in traduzione aggiornata è operazione assolutamente necessaria.


INDICE

Prefazione alla nuova edizione italiana, di Vincenzo Santarcangelo, p. IX
Introduzione alla prima edizione italiana, di Paolo Bozzi e Riccardo Luccio, p. 9       

James J. Gibson, L’approccio ecologico alla percezione visiva

Prefazione, p. 23                                                                                            

Introduzione, p. 25

PARTE PRIMA: L’AMBIENTE E LA SUA PERCEZIONE

I. L’animale e l’ambiente

  1. 1. Il rapporto mutualistico animale-ambiente, p. 34
  2. 2. La differenza tra ambiente animale e mondo fisico, p. 35
  3. 3. La scala temporale dell’ambiente: gli eventi, p. 37
  4. 4. Permanenza e cambiamento del layout, p. 39
  5. 5. Il movimento nell’ambiente, p. 42

II. Mezzo, sostanze, superfici

  1. 1. Il mezzo, p. 45
  2. 2. Le sostanze, p. 49
  3. 3. Superfici e leggi ecologiche delle superfici, p. 54
  4. 4. Le qualità delle superfici consistenti, p. 65

III. L’ambiente e il suo significato

  1. 1. Una nomenclatura per il layout della superficie, p. 69
  2. 2. Le affordances dell’ambiente agli animali, p. 73
  3. 3. L’ambiente di un osservatore e quello di tutti gli osservatori, p. 82

PARTE SECONDA: L’INFORMAZIONE PER LA PERCEZIONE VISIVA

IV. Il rapporto tra stimolazione e informazione disponibile nello stimolo

  1. 1. La distinzione tra corpi luminosi e corpi illuminati, p. 88
  2. 2. La distinzione tra radiazione e illuminazione, p. 88
  3. 3. La distinzione tra luce radiante e luce ambiente, p. 91
  4. 4. Lo strutturarsi della luce ambiente, p. 93
  5. 5. La stimolazione e l’informazione dello stimolo, p. 94
  6. 6. Vediamo mai la luce come tale?, p. 96
  7. 7. Il concetto di stimolo come applicazione di energia, p. 98
  8. 8. L’energia ambiente come stimolazione disponibile, p. 101
  9. 9. La teoria ortodossa dell’immagine retinica, p. 102
  10. 10. L’immagine retinica non è necessaria per la visione: una dimostrazione, p. 106
  11. 11. Il concetto di informazione ottica, p. 108

V. L’assetto ottico ambiente

  1. 1. Come è strutturata la luce ambiente? Considerazioni preliminari, p. 112
  2. 2. Le leggi della prospettiva naturale: l’angolo di intersezione, p. 116
  3. 3. La struttura ottica con un punto di osservazione in movimento, p. 119
  4. 4. L’importanza del cambiamento di prospettiva nell’ambiente ottico, p. 123
  5. 5. L’alternanza tra superfici nascoste e non nascoste: bordi che coprono, p. 125
  6. 6. Come è strutturata la luce ambiente? Una teoria, p. 137
  7. 7. Varianti e invarianti con una fonte di illuminazione in movimento, p. 140
  8. 8. Increspature e onde sull’acqua: un caso particolare, p. 144

VI. Eventi e informazioni per percepire eventi

  1. 1. Una classificazione degli eventi terrestri, p. 148
  2. 2. L’informazione ottica per la percezione di eventi, p. 160
  3. 3. Gli eventi chimici, p. 164
  4. 4. La causazione di eventi, p. 170

VII. L’informazione ottica per l’auto-percezione

  1. 1. La specificazione del sé attraverso il campo di visione, p. 173
  2. 2. La specificazione dei movimenti degli arti, p. 184
  3. 3. La specificazione della locomozione, p. 186

VIII. La teoria delle affordances

  1. 1. Le nicchie dell’ambiente, p. 195
  2. 2. L’alterazione dell’ambiente naturale prodotta dall’uomo, p. 196
  3. 3. Alcune affordances dell’ambiente terrestre, p. 198
  4. 4. L’origine del concetto di affordance: una storia recente, p. 208
  5. 5. Le informazioni ottiche per la percezione delle affordances, p. 211
  6. 6. Informazioni erronee per le affordances, p. 214

PARTE TERZA: LA PERCEZIONE VISIVA

IX. Evidenze sperimentali per la percezione diretta. La persistenza del layout

  1. 1. Evidenze sperimentali della percezione diretta del layout di superfici, p. 219
  2. 2. Esperimenti sulla percezione dell’inclinazione, p. 244
  3. 3. Esistono evidenze sperimentali che mettono in discussione la percezione diretta del layout?, p. 246

X. Esperimenti sulla percezione del moto nel mondo e del movimento del Sé

  1. 1. La percezione di un layout di superficie che cambia, p. 251
  2. 2. La copercezione del proprio movimento, p. 266

XI. La scoperta del bordo occludente e le sue implicazioni per la percezione

  1. 1. L’esperimento di Kaplan, p. 277
  2. 2. Prodromi della scoperta del bordo occludente, p. 279
  3. 3. La teoria dell’occlusione reversibile, p. 280
  4. 4. Quanto si vede in questo momento e da questa posizione non comprende quanto è stato visto, p. 285
  5. 5. La percezione nel corso del tempo relativa a percorsi di osservazione, p. 287
  6. 6. Il problema dell’orientamento, p. 288
  7. 7. Il rompicapo della consapevolezza egocentrica, p. 292
  8. 8. Nascondere, sbirciare, privacy, p. 293

XII. Guardare con la testa e con gli occhi

  1. 1. Guardarsi attorno e guardare una cosa, p. 295
  2. 2. Con cosa si vede il mondo?, p. 298
  3. 3. La consapevolezza dell’ambiente e l’io, p. 299
  4. 4. Come funziona il sistema occhio-mano? Lineamenti di una nuova teoria, p. 303
  5. 5. La fallacia della teoria della sequenza di stimoli, p. 317
  6. 6. La teoria della conversione di una sequenza in una scena, p. 319

XIII. Locomozione e manipolazione

  1. 1. L’evoluzione della locomozione e la manipolazione, p. 323
  2. 2. Il controllo di locomozione e manipolazione, p. 325
  3. 3. L’informazione ottica necessaria per il controllo della locomozione, p. 328
  4. 4. Regole per il controllo visivo della locomozione, p. 335
  5. 5. Regole per il controllo visivo della manipolazione, p. 338
  6. 6. La manipolazione e la percezione delle superfici interne, p. 340

XIV. La teoria della raccolta delle informazioni e le sue conseguenze

  1. 1. Cosa c’è di nuovo nella raccolta delle informazioni, p. 344
  2. 2. Le teorie tradizionali della percezione: l’elaborazione degli input, p. 361
  3. 3. La falsa dicotomia tra esperienza presente e passata, p. 364
  4. 4. Un nuovo approccio alla consapevolezza non percettiva, p. 366
  5. 5. La relazione tra immaginare e percepire, p. 368

6. Un nuovo approccio alla conoscenza, p. 370

PARTE QUARTA: RAFFIGURARE

XV. Figure e consapevolezza visiva

  1. 1. Esibire disegni per studiare la percezione, p. 382
  2. 2. Cos’è un’immagine?, p. 385
  3. 3. Una teoria del disegno e del suo apprendimento nel bambino, p. 392
  4. 4. Sull’illusione di realtà? La duplicità della percezione delle immagini, p. 399
  5. 5. La potenza della prospettiva in pittura, p. 403
  6. 6. La raffigurazione è una forma di descrizione?, p. 405
  7. 7. La coscienza del campo di visione, p. 406
  8. 8. Cosa c’è da vedere in prospettiva? Prospettiva a “patchwork” vs prospettiva dei bordi, p. 408
  9. 9. I principi del disegno a tratto, p. 409

XVI. Cinema e consapevolezza visiva

  1. 1. L’assetto ottico che cambia, p. 416
  2. 2. Cosa si può trarre dai film?, p. 418
  3. 3. Cosa si può trarre dai racconti verbali?, p. 420
  4. 4. Una teoria dei film e del loro montaggio, p. 421
  5. 5. La raffigurazione cinematografica, p. 427

Conclusione, p. 431

Appendici
I principali termini usati nell’ottica ecologica, p. 439
Il concetto di invariante nell’ottica ecologica, p. 433

Riferimenti bibliografici, p. 447

Indice dei nomi, p. 459