Il museo immaginario delle opere musicali
Mimesis
2016
978-88-5753-615-6
Cosa implicano la composizione, l’esecuzione e la fruizione della musica classica? Cosa facciamo quando ascoltiamo sul serio questo tipo di musica? Perché nell’eseguire una sonata di Beethoven i musicisti cominciano sempre dalla prima nota indicata nello spartito e non si sentono liberi di improvvisare sul tema centrale della sonata? E perché per il pubblico di un concerto di musica classica battere i piedi significa andare contro la tradizione? Nascosta in ciascuna di queste domande vi è la questione principale di cosa voglia dire, in senso filosofico e storico, parlare di musica in termini di “opere musicali”. In questo libro Lydia Goehr descrive come il concetto di opera musicale sia giunto a formarsi nell’Ottocento e abbia in seguito contribuito a definire le norme, le aspettative, e le regole di comportamento che caratterizzano ancora oggi la pratica della musica classica. Il museo immaginario delle opere musicali è un testo fondamentale che, non a caso, ha goduto di una enorme diffusione in una varietà di contesti e discipline sin dalla sua pubblicazione.
Lydia Goehr è Professor of Philosophy alla Columbia University di New York. È autrice di numerosi libri e saggi, tra cui ricordiamo: The Quest for Voice: Music, Politics, and the Limits of Philosophy (Berkeley e Los Angeles, 1998); Elective Affinities: Musical Essays on the History of Aesthetic Theory (New York, 2008). Con Daniel Herwitz ha curato The Don Giovanni Moment. Essays on the legacy of an Opera (New York, 2006)
Lisa Giombini nel 2015 ha ottenuto il Dottorato in Filosofia presso l’Université de Lorraine e l’Università di Roma Tre, dove è attualmente cultrice della mate- ria per la cattedra di Estetica. Nel 2016 ha ricevuto la Qualification aux fonctions de Maître de Conférences del Conseil National des Universités nelle sezioni di Estetica e Filosofia. È stata borsista post-doc DAAD presso la Staatliche Akademie der Bildenden Künste di Stoccarda. Si occupa di estetica musicale, filosofia dell’arte e ontologia analitica.
Vincenzo Santarcangelo, PhD in Filosofia, è membro del gruppo di ricerca LabOnt (Università di Torino). Scrive di musica per il Corriere della Sera e Artribune. È direttore artistico della rassegna musicale “Dal Segno al Suono”, presso il MUSMA. Museo della Scultura Contemporanea (Matera). Ha curato una raccolta di scritti su Fausto Romitelli – Have Your Trip. La musica di Fausto Romitelli – e sta attualmente lavorando sull’opera di Stefano Scodanibbio. Si occupa di psicologia della percezione e di estetica musicale.
INDICE
Introduzione: Musica, filosofia e politica. Un itinerario nel museo delle opere musicali
di Lisa Giombini, p. 7
Prefazione p. 23
Saggio introduttivo: his master’s choice, p. 27
Introduzione, p. 67
Parte prima
L’APPROCCIO ANALITICO
1. Una teoria nominalista delle opere musicali, p. 81
2. Una teoria platonista delle opere musicali, p. 117
3. I limiti dell’analisi e il bisogno di storia, p. 145
Parte seconda
L’APPROCCIO STORICO
4. La tesi centrale, p. 167
5. Il significato musicale: dall’antichità all’Illuminismo, p. 203
6. Il significato musicale: la trascendenza romantica e il principio di separabilità, p. 235
7. Produzione musicale senza il “concetto-di-opera”, p. 267
8. Dopo il1800: il paradigma beethoveniano, p. 299
9. Werktreue: conferme e sfide della musica contemporanea, p. 343
Bibliografia delle opera citate, p. 389
Postfazione: Opera istantanea: corpo, memoria, improvvisazione
di Vincenzo Santarcangelo, p. 401