Cyril Crignon -
Cyril Crignon -

Cyril Crignon

Insegnante di arte (estetica e filosofia dell'arte) l'École Supérieure d'Art Dunkerque-Tourcoing

Cyril Crignon ha conseguito un dottorato in filosofia presso l’Università di Parigi 1 – Panthéon-Sorbonne nel 2013. Da allora insegna estetica alla Scuola Superiore d’Arte di Dunkerque-Tourcoing (France).
Dopo aver tradotto in francese Il Mondo esterno di Maurizio Ferraris e averne curato la prefazione, sta svolgendo gran parte della sua ricerca attuale in dialogo con i testi dove il filosofo orchestra il tema della documentalità o lo declina nella modalità della documedialità.
Essa verte infatti sulle pratiche di produzione e di allestimento di opere d’arte che in qualche modo ricevono l’onda d’urto dall’esplosione della documentalità digitale, facendo ricorso all’intelligenza artificiale, alla robotica o più in generale all’informatica.
In particolare, si chiede:
1) in che modo tali pratiche ci obblighino non solo a misurare di nuovo la portata della definizione – proposta in Documentalità (2009) e già in La Fidanzata automatica (2007) – dell’opera d’arte come « cosa che finge di essere persona », ma anche a ridefinire congiuntamente, cioè in modo dialetticamente articolato, le nozioni stesse di cosa e persona;
2) se non giustificassero la costruzione del concetto di “nocumento”, sul modello del neologismo « nonumento » coniato dall’artista statunitense Gordon Matta-Clark, di cui Andrea Pinotti ha da poco stabilito la tipologia, evidenziandone quindi il vigore nel contesto attuale, segnato dall’oscillazione tra ipermnesia e amnesia e dalla profonda messa in discussione degli strumenti che pretendono di farsi carico dell’esperienza della memoria. Questo concetto di « nocumento » potrebbe applicarsi agli angoli ciechi della documentali : tanto cioè alle forme ottenute da strumenti digitali (quali scanner 3D, fotogrammetria, LIDAR, ecc.) impiegati per registrare e modellare le culture materiali in tre dimensioni — visto che queste forme a volte si collocano al punto di svolta tra i problemi di memoria iniziali, connessi alla ricostituzione o al restauro, e regimi di speculazione, scritture prospettiche basate su ipotesi controfattuali, o persino mere supercazzole — , quanto ai  casi in cui la tecnologia digitale viene in aiuto a antichissimi tentativi di individuare e registrare cose che non sappiamo cosa siano, cose che perlomeno si annidano in quelli che William James avrebbe chiamato i « frange » dell’esperienza (e qui la teoria documentale si interseca con l’antropologia sperimentale, che Emmanuel Grimaud sta portando avanti).
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