Differenze. La filosofia francese dopo lo strutturalismo - Maurizio Ferraris

Differenze. La filosofia francese dopo lo strutturalismo

Maurizio Ferraris

Multhipla e AlboVersorio

1981; 2a edizione con nuova prefazione, 1997

9788889139322

La «filosofia della differenza» nasce con Nietzsche e viene ripresa da Heidegger come riflessione sulla crisi (storica e teorica) della metafisica. Su questa stessa crisi, ma anche sul declino delle speranze della razionalità «postclassica» (la psicanalisi, lo strutturalismo, la teoria dei «giochi linguistici») si sono innestate, negli anni ’60 e ’70, le ricerche di Gilles Deleuze, Jacques Derrida, Michel Foucault, Jacques Lacan. Questa ripresa del problema della differenza non costituisce una generica e uniforme continuazione del pensiero di Nietzsche e di Heidegger ma è anche un insieme di tentativi eterogenei di esaminare le prospettive del pensiero successivo alla metafisica e alle nuove razionalità novecentesche. Registrare tra gli esiti storici e gli effetti teorici di questi tentativi – e cioè in definitiva le differenze interne alla «filosofia della differenza» – è il proposito più generale di questo studio.

“Quando ho scritto questo libro avevo ventitré anni, oggi ne ho cinquantuno, dunque, come si dice, fate due conti (in realtà ne basta uno, una sottrazione da cui risulta che sono passati ventotto anni, e questa è già una vertigine). La cosa più stupefacente, però, e sicuramente meno ovvia, è che gli argomenti che trattavo in quel libro, la filosofia di Foucault e di Derrida, di Deleuze e di Lacan, siano ancora vivi, che i loro libri abbiano ancora tanti lettori, e questo dopo che tutti loro sono morti. Al punto che ci sono ancora studenti che mi chiedono delle tesi su di loro. Io sono tentato di dirgli che quelli sono autori dei miei tempi, ma sarebbe una arroganza fuori luogo. No, evidentemente no, non sono semplicemente autori dei miei tempi, ed è per questo che ripubblico questo libro.”

Indice

Prefazione, p. 5
PARTE PRIMA. CHIUSURA DELLA RAPPRESENTAZIONE.
L’analisi lacaniana e la grammatologia derridiana come ontologia della colpevolezza, p. 9
I. Lacan e l’ontologia della voce. 1. La ripetizione e l’oblio del soggetto, p. 15 – 2. L’alternativa fra reminescenza e ripetizione, p. 19 – 3. Il trascendentalismo linguistico come idealismo trascendentale, p. 29
II. Derrida e l’ontologia della scrittura. 1. La ripetizione come ricordo della differenza, p. 37 – 2. La grammatologia: contro la psicanalisi e l’ermeneutica, p. 42 – 2.1. La priorità cronologica della scrittura, p. 43 – 2.2. La priorità gnoseologica della scrittura, p. 47 – 2.2.1. La critica della psicanalisi, p. 47 – 2.2.2. La critica dell’ermeneutica, p. 57 – 2.3. La priorità ontologica della scrittura, p. 67 – 3. La différance e la chiusura della rappresentazione, p. 72 – 3.1. Che cos’è la ‘différance’, p. 72 – 3.2. La chiusura della rappresentazione e la memoria, p. 78 – 3.3. La chiusura della rappresentazione nel suo rapporto con la metafisica, p. 82
PARTE SECONDA. L’APERTURA DELLA RAPPRESENTAZIONE.
I. Dalla differenza alle differenze. 1. La metafisica: l’unicità della differenza e la chiusura della rappresentazione, p. 97 – 2. Il trascendentale: la pluralità delle differenze e l’apertura della rappresentazione, p. 107 – 3. Le critiche alla molteplicità differenziale, p. 123
II. Foucault e la differenza. 1. Differenza e immagine, p. 137 – 2. La genealogia e la storia, p. 148 – 3. L’archeologia e le differenze, p. 159
III. Deleuze e la ripetizione. 1. L’immagine del pensiero, p. 185 – 2. La differenza e la ripetizione, p. 198 – 2.1. Differenza e univocità, p. 199 – 2.2. La ripetizione come differenza di diritto, p. 210 – 3. Verso una nuova estetica trascendentale, p. 220